Tratta in costruzione

Stazione
Colosseo/
Fori Imperiali

La stazione Colosseo/Fori Imperiali è ubicata lungo l’omonima via dei Fori Imperiali tra il Muro del Muzon, lato nord, e il Tempio di Venere e Roma, lato sud.

Tratta in costruzione

La stazione Colosseo/Fori Imperiali è ubicata lungo l’omonima via dei Fori Imperiali tra il Muro del Muzon, lato nord, e il Tempio di Venere e Roma, lato sud.

La stazione presenta una pianta irregolare di lunghezza massima 150 m e larghezza massima 34 m. Si sviluppa su 4 livelli interrati: un piano atrio da cui è possibile raggiungere direttamente la stazione Colosseo della Linea B, un piano destinato ai locali tecnici, un piano corrispondenza e il piano banchina; in aggiunta a questi, si inseriscono il solaio di copertura ed il solaio di fondazione.
La stazione è stata interamente scavata con il metodo top-down tra diaframma realizzati con idrofresa di spessore 120 cm e lunghezza 48 m.

La realizzazione

Preliminarmente alla costruzione dei diaframmi è stato necessario, dato il particolare contesto nel quale si colloca il manufatto, realizzare una serie di pali e micropali per lo sbancamento del Clivo di Acilio e del Clivo di Venere Felice; in particolare, sono stati realizzati 900 micropali con 2 o 3 ordini di tiranti sul lato nord del cantiere (lato Clivo di Acilio) e 150 pali di grande diametro sul lato sud (lato Clivo di Venere Felice).
A piano banchina, in particolare in corrispondenza del binario dispari (lato Clivo di Acilio), è prevista la realizzazione di 2 gallerie con metodo di scavo in tradizionale – in allargo da TBM. Tali gallerie – scavate, sia in direzione Amba Aradam, sia in direzione Venezia rispetto al manufatto di stazione – saranno realizzate sotto un battente idraulico di circa 20 m previo consolidamento del terreno circostante per mezzo di iniezioni radiali eseguite dall’interno della TBM.

Il manufatto di stazione si configura come un importante nodo di scambio con l’esistente stazione Colosseo della Linea B. Al fine di permettere il collegamento in sotterraneo tra il piano atrio della Linea C ed il piano banchina della Linea B, è stato infatti realizzato, previo taglio della calotta della galleria esistente, un ponte interrato che sovrappassa i binari dell’esistente stazione Colosseo della Linea B, garantendo di fatto la possibile fruizione della rete metropolitana senza soluzione di continuità. Attraverso un cunicolo di collegamento, l’utente dal piano atrio della Linea C sarà quindi in grado di accedere alla banchina della stazione Colosseo della Linea B, sia in direzione Termini, sia in direzione Laurentina.

Il progetto

Il progetto della stazione Fori Imperiali prevede due accessi distinti: il primo in corrispondenza lato Clivo di Acilio, il secondo in corrispondenza del lato Clivo di Venere Felice. Entrambi gli accessi saranno dotati di una scala fissa e di due scale mobili.
La sistemazione esterna è caratterizzata dalla quanto più fedele possibile riproduzione della condizione ante opera, lasciando intatto il contesto urbanistico e monumentale dell’area archeologica in cui si colloca l’opera.

Highlights

103 mila m3

di calcestruzzo

22 mila t

di acciaio di armatura

172 m3

di scavi

28,7 mila m3

di scavi archeologici

28,5 mila m2

di diaframmi

29 mila m

di pali e micropali

116 km

di perforazioni di consolidamenti

14

scale mobili

8

ascensori

80 m

di gallerie con scavo in tradizionale

230

porte di banchina

End benefit e sostenibilità

La stazione Fori Imperiali si configura come un importante nodo di scambio fra la Linea C e la Linea B e garantirà un potenziamento dell’effetto rete per l’intera Rete Metropolitana di Roma, di fatto migliorando il trasporto pubblico della Capitale. La realizzazione della stazione Fori Imperiali ha fornito una preziosa opportunità per documentare con nuovi scavi stratigrafici ed estensivi le sopravvivenze archeologiche ancora presenti nel sottosuolo a valle degli sbancamenti legati alla realizzazione della Via dell’Impero, durante l’epoca fascista.

Archeologia

Le indagini archeologiche legate alla realizzazione delle opere civili della stazione Fori Imperiali si sono svolte a più riprese a partire dal 2014, in concomitanza con le diverse fasi esecutive dell’opera, sia all’interno del corpo stazione, sia all’interno del pozzo Colosseo (Q18). Sono stati interessati dagli scavi archeologici diversi settori:

Clivo di Acilio: sono stati inizialmente eseguiti interventi archeologici preliminari alla realizzazione della palificata a sostegno della Velia lungo il limite settentrionale della stazione, lungo il Clivo di Acilio e nei giardini di Villa Rivaldi; successivamente è stato necessario rimuovere parte della sistemazione architettonica progettata da Antonio Muñoz, riesponendo le stratigrafie e le strutture risparmiate dal taglio della Velia e conservate alle spalle del muraglione di contenimento, pertinenti agli edifici di carattere residenziale che interessavano il versante sud orientale della collina in età imperiale. Al di sotto dei livelli di colmata della prima età moderna, a partire dalla quota di circa 32.00 metri s.l.m., sono emersi i resti di un articolato complesso di strutture riconducibili a diverse fasi edilizie, comprese tra la prima età imperiale e la tarda antichità, articolate su terrazze digradanti in direzione Est/Sud-Est e probabilmente accessibili dall’antica viabilità, coincidente con l’attuale via del Colosseo.

Clivo di Venere Felice / Piazzale del Colosseo: gli scavi per la realizzazione del cunicolo di collegamento tra la stazione Colosseo della Linea B e la stazione Fori Imperiali della Linea C hanno permesso di riesporre le porzioni superstiti di edifici databili tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale. Relativamente a questo settore, il dato più rilevante è rappresentato dal rinvenimento di un allestimento monumentale costituito da una grande struttura circolare (con diametro di 14 metri), probabilmente una fontana, circondata da ambienti di risulta che fungono da raccordo con una vasca rettangolare con rivestimento marmoreo, situata poco più a sud. Questo complesso monumentale, ascrivibile nel suo complesso all’epoca flavia, non era noto nella letteratura archeologica. Sebbene sia conservato per la gran parte solo a livello di fondazione, la sua scoperta arricchisce le nostre conoscenze sulla sistemazione architettonica del settore nord-occidentale del piazzale dell’Anfiteatro.

Gli scavi all’interno del corpo stazione: questo settore ricade in corrispondenza della parte sommitale della Velia, posta originariamente a 43 metri s.l.m. Il piano di fondo dello scavo per la realizzazione di via dell’Impero si attestò nel 1931 alla quota di circa 22 metri s.l.m. Un ampio settore dei giardini di Villa Rivaldi e dei rilevanti complessi archeologici pluristratificati conservati nel sottosuolo e in parte inglobati nelle strutture della Villa, testimoniati solo dalla frettolosa documentazione redatta durante lo sbancamento, furono asportati integralmente. Tra le poche testimonianze archeologiche sopravvissute agli sbancamenti, hanno un ruolo rilevante le porzioni superstiti dei pozzi per la captazione delle acque di falda, definiti genericamente “arcaici”, che scendono molto in profondità nei depositi limo-sabbiosi pleistocenici.

I pozzi e gli edifici

Gli strati di riempimento dei pozzi hanno restituito materiali che coprono un arco cronologico piuttosto ampio, compreso tra il VII e il II/I secolo a. C. Appaiono inoltre di grande interesse alcuni contesti di materiali integri rinvenuti negli strati di riempimento dei pozzi, probabilmente da mettere in relazione ad attività rituali legate alla sacralità delle acque e alle offerte in occasione della loro chiusura. Dei 25 pozzi indagati, 9 erano privi di rivestimento e avevano pedarole ricavate nei compatti sedimenti limo-sabbiosi della Velia, 16 erano rivestiti con lastre tufacee sagomate che sono state smontate e conservate e che avranno un ruolo centrale nell’allestimento archeologico della stazione.

Gli scavi nel Pozzo Q18: la realizzazione della stazione Fori Imperiali ha comportato opere di interconnessione tra la Linea C e la Linea B, consistenti nel corridoio di collegamento, nella struttura di scavalco della galleria esistente e nel pozzo denominato Q18 che consentirà di accedere alla banchina direzione Termini. I dati raccolti nello scavo del Pozzo Q18, nonostante la limitata estensione dell’area indagata, testimoniano un panorama archeologico molto articolato, connotato da un’intensa attività edilizia che, a partire dalla tarda età repubblicana, determinò la progressiva trasformazione e monumentalizzazione della valle fino alla realizzazione dell’Anfiteatro Flavio.

Gli Edifici tornati alla luce, denominati Edificio 1 ed Edificio 2, pur se esplorati solo parzialmente, rappresentano un significativo spaccato dell’assetto delle basse pendici dell’Oppio in età tardo repubblicana, finora poco noto per l’area a nord del Colosseo. In entrambi i casi sembra trattarsi di complessi a carattere abitativo, organizzati su livelli digradanti che assecondano il pendio naturale. La testimonianza più antica della sequenza costruttiva è rappresentata dall’Edificio 1, con murature in opera reticolata e pavimenti rubricati in conglomerato.

Queste poderose strutture, costruite contro terra sui lati nord ed est, avevano anche una funzione di contenimento dei depositi geologici e si sviluppavano digradando in direzione sud, verso il fondovalle. Gli ambienti che interessavano il comparto settentrionale dell’area indagata (Edificio 2) sono stati probabilmente realizzati successivamente al primo edificio. Questo nucleo edilizio si differenzia dal precedente per la tecnica costruttiva, che vede l’impiego delle tegulae fractae. L’ambiente A6, a pianta centrale, è stato interpretato come laconicum per la presenza di un elemento circolare centrale in muratura, probabile sostegno di un braciere; la stanza contigua a sud (ambiente A5) è stata trasformata in vasca in un momento successivo alla costruzione. Ad est si sviluppavano due ambienti con pavimentazioni in opus sectile e mosaico (A4 e A7) e un piccolo ambiente ipogeo con scale di accesso in blocchi di travertino. La quota del pavimento finito della stanza, asportato in antico ma desumibile dal profilo delle strutture e in particolare dal limite inferiore del rivestimento parietale in intonaco bianco, doveva collocarsi a 21.75 metri s.l.m.

Architettura

Il progetto di allestimento vuole raccogliere le sollecitazioni ineludibili del contesto circostante e in particolare le suggestioni attivate dalle nuove scoperte che aggiungono un nuovo capitolo alla storia dei luoghi.

Proprio intorno al tema dei pozzi si è costruita una narrazione spaziale che partendo da questi si amplia storicamente sino a tutta l’area circostante. La figura del pozzo che penetra le profondità della terra alla ricerca di un bene prezioso, l’acqua, è una splendida metafora della disciplina archeologica che scava alla ricerca di tracce significative del nostro passato, brandelli di storia che fanno luce sulle epoche sepolte, a volte cancellate dal susseguirsi degli eventi. I materiali archeologici sono preziosi sempre, proprio perché ci consentono di ricostruire condizioni e contesti di un passato dimenticato sul quale si sono fondate le epoche successive, sino ai giorni nostri.

In quest’ottica, la stazione ipogea della metropolitana ci appare come un grande pozzo che riporta alla luce i frammenti e le storie di un passato remoto. In contesti come quello romano, queste architetture potrebbero, o forse dovrebbero, ricordare e restituire spazialmente questa idea di storia sedimentata, di aderenza e appartenenza alla specificità di ogni singolo luogo.

Proprio sull’idea del pozzo con questa sua chiara contrapposizione dualistica tra condizioni della materia, tra pieno e vuoto, oscurità e luminosità, opacità e brillantezza, si è immaginato di costruire il carattere identitario della stazione e la sua scena spaziale e narrativa.

La strategia

La strategia generale vede la definizione di due termini complementari e dialettici: uno spazio come sfondo e un sistema di presenze preziose ed eloquenti incaricate di narrare l’archeologia:

  • la cavità della stazione è uno spazio in penombra, dal carattere neutro ma incisivo sul piano materico per evocare la fisicità e l’oscurità della materia in cui è penetrato lo scavo;
  • nella penombra si stagliano, come oggetti preziosi del fondo di un pozzo, gli episodi spaziali destinati al racconto dell’archeologia che assumono una funzione preparatoria a quella che sarà l’esperienza di visita e fruizione dell’area archeologica più significativa al mondo appena raggiunta la superficie. Una stazione non è un museo e conserva caratteristiche e prerogative che impongono una gestione dello spazio votata alla sicurezza e alla funzionalità di flussi di pubblico consistenti mossi da finalità di spostamento efficiente. Per questa ragione la narrazione archeologica prende il rilievo di una scrittura puntuale posta ad animare e connotare con la sua eccezionalità il susseguirsi degli ambienti di stazione.

L’allestimento dello spazio e la narrazione archeologica sono facce della stessa medaglia e perseguono la sintesi dei caratteri spaziali e degli elementi comunicativi per assicurare facile ed immediata lettura sia delle traiettorie funzionali che degli episodi narrativi, la cui interazione è studiata per offrire un’esperienza integrata e multilivello per le molteplici fasce d’utenza. La definizione dello spazio della stazione si avvale di tre elementi fondamentali:

  • una materia opaca e “grezza” per costituire il fondale generale, inteso come involucro materico e virtualmente oscuro;
  • una materia luminosa e “preziosa” per identificare i luoghi della narrazione archeologica e dell’esperienza spaziale;
  • la luce, come regista immateriale ma decisivo dell’intera messa in scena.

La narrazione

Su questi tre elementi si fonda la linea guida della narrazione, che vede i momenti di comunicazione storico/archeologica come gemme luminose immerse nella materia scura dello spazio sotterraneo. In base a questo canovaccio sono organizzati gli spazi dei diversi livelli della stazione, immaginati non come episodi separati, ma legati in un continuum realizzato dall’esperienza percettiva del susseguirsi degli ambienti attraversati dai viaggiatori.

Il piano atrio, sotto il livello stradale, è quello che risente maggiormente della contiguità con il paesaggio monumentale circostante, con cui condivide la quota antica dell’adiacente Tempio della Pace. Il grande spazio, inusuale per le altre stazioni, evoca involontariamente un ambiente basilicale, che è stato enfatizzato nel progetto dando forza ed evidenza alle due estremità, rivolte rispettivamente verso i Fori Imperiali e verso il Colosseo, dove trovano posto due ambiti di allestimento. Al centro di questo spazio si apre il grande vano scale, un altro elemento eccezionale per una stazione romana, che offre un’importante opportunità grazie alla sua dimensione e profondità.

Per questa ragione anche questo spazio si configura come ambito e assume anch’esso il ruolo di gemma luminosa, caratterizzando la sua dimensione narrativa proprio attraverso la scelta del materiale di finitura che lo interpreta quale luogo prezioso e partecipe di quella scala architettonica e dimensione geometrica che allude al rigore e alla misura di un foro; una sorta di Foro della stazione.

Gli ambienti di stazione

Gli ambienti di stazione sono stati organizzati dal punto di vista museologico in 5 ambiti cui
museograficamente si è tentato di attribuire un carattere spaziale specifico, adeguato all’interpretazione del singolo tema, coerente con le condizioni funzionali e di servizio della stazione e soprattutto capace di esprimere una valenza narrativo-comunicativa nei confronti degli utenti della stazione. I cinque ambiti sono stati numerati e sono stati definiti come:

  • l’ambito 1 o del racconto delle trasformazioni dell’area dei Fori Imperiali;
  • l’ambito 2 o dei pozzi come strumenti di vita quotidiana in epoca arcaica;
  • l’ambito 3 o del paesaggio antico della Velia;
  • l’ambito 4 o dei pozzi rituali;
  • l’ambito 5 che assume una valenza narrativa in quanto spazio notevole all’interno della stazione e come tale suscettibile di essere interpretato come una sorta di ‘Foro’ della stazione.
I 5 ambiti
  • Nell’ambito 1 si concentrano diversi dispositivi di allestimento, fisici e digitali, comprensivi di sistemi audio. Il sistema allestitivo delle scatole narranti consiste in dispositivi contenenti proiezioni video. Il sistema allestitivo delle ricostruzioni nascoste consiste in ricostruzioni con video tridimensionali ospitate al di sopra del soffitto, che possono essere scoperte dal basso attraverso sistemi di visori periscopici. Il sistema allestitivo dei soffitti narranti consiste in camere multimediali di monitor, videowall, proiezioni, visibili al di sopra del soffitto. Il sistema allestitivo delle camere filmiche consiste di ambienti definiti da superfici scure e riflettenti – pareti, suolo e soffitto – e tra loro perpendicolari, in cui proiezioni e video-wall sono riflessi e moltiplicati nell’intera camera.
  • L’ambito 2 è lo spazio dedicato ai pozzi funzionali nel quale si intende mettere in evidenza il ruolo fondamentale che questi avevano nella vita quotidiana della città in epoca arcaica, attraverso un allestimento che mette in scena la loro densa presenza nell’area. Lo fa mostrando, come in una sorta di grande sezione del terreno, l’interno di sei pozzi che restituiscono così la sapienza tecnica e la grande qualità della loro realizzazione. Questo ambito è posto nella zona est dell’atrio, in prossimità del collegamento con la metro B ed è costituito da una sorta di camera espositiva, più bassa di quindici cm rispetto al piano di calpestio, protetta da un parapetto in vetro che lascerà dunque osservare, a debita distanza ma senza filtri, i reperti archeologici al naturale. Lo spazio in cui verranno montati i pozzi, subito dopo la grande trave ribassata che segnala il limite est dell’atrio, sarà alto più di quattro metri e attraverso delle superfici specchianti circolari, inserite all’interno delle strutture ricostruite, cercherà di restituirne la verticalità, producendo un effetto di sfondamento sia verso l’alto sia verso il basso. I sei pozzi saranno raccordati tra loro con pannelli di lamiera ossidata in modo da rendere una idea di massa e matericità qual era quella del contesto spaziale originario di ritrovamento.
  • Nell’ambito 3 vengono riproposte in situ le strutture murarie relative ad un edificio, probabilmente residenziale, di epoca tardo repubblicana ritrovato a valle della Velia, in prossimità del Colosseo. In stretta relazione visiva con questi reperti, la parete di fondo del mezzanino è stata suddivisa in diverse teche: le prime due sul lato sinistro della parete accoglieranno alcuni lacerti pavimentali in opus sectile e mosaico. La teca più grande, leggermente inclinata per ritrovare la stessa giacitura delle strutture murarie antistanti, accoglie il singolare ritrovamento della camera a canne.
  • L’ambito 4 è il secondo ambito espositivo del Piano Corrispondenze ed occupa il settore orientale di questo vasto ambiente. Il tema museografico si incentra nuovamente sui pozzi, analogamente al soprastante ambito 2, ma con l’intento di raccontare la loro seconda vita, quella cioè relativa al funzionamento come “depositi rituali”, probabilmente da mettere in relazione ad offerte legate alla sacralità delle acque. Qui l’allestimento procede, sempre a partire dalla fitta presenza dei pozzi che, nuovamente, vengono sezionati, ma questa volta orizzontalmente, rendendo così visibili gli interni con i loro contesti rituali riproposti nelle loro conformazioni originarie. Tre sono i pozzi che si sezionano mentre un quarto pozzo alto circa 3,8 metri è ricostruito integralmente a restituire visivamente il concetto di pozzo come scrigno protettivo della dimensione rituale del culto. I tre pozzi sezionati producono delle teche orizzontali messe a sistema da un unico piano orizzontale che assume il ruolo di superficie narrativa e di supporto alla comprensione dei materiali esposti.
  • L’ambito 5 infine è l’ambito nel quale la narrazione assume un ruolo meno direttamente legato al dato archeologico ma non per questo meno importante. È lo spazio dove si richiama la dimensione aulica dei fori e la loro architettura definita sostanzialmente dal concetto di recinto. L’ambito 5 è l’ambito del foro della stazione, il luogo dove l’aulicità ed il carattere monumentale dello spazio è demandato alle dimensioni in verticale dell’ambiente ed al trattamento prezioso con il quale lo si rifinisce e definisce. È anche il luogo del collegamento principale all’altra zona interessata dagli allestimenti archeologici, il mezzanino, svolgendo dunque un importante ruolo di connessione visivo-concettuale tra i piani principali della stazione.
    Relativamente alla sistemazione esterna, a piano campagna, si è prevista una soluzione che prevede l’inserimento di un parapetto interamente in vetro a protezione delle scale fisse e mobile e un parapetto con struttura scatolare in acciaio inox e strip led incassata ad illuminare il corrimano tra le suddette scale. In continuità con il marciapiede di via dei Fori Imperiali, l’utilizzo del basalto è stato esteso anche alle zone antistanti gli sbarchi del corpo scale. Per il rivestimento dei gradini e delle pareti è stato confermato l’utilizzo del travertino.
Linea C

La Linea C in costruzione si sviluppa attraverso 3 stazioni: Porta Metronia, Colosseo – Fori Imperiali e Venezia. Le stazioni entreranno nel cuore di Roma e permetteranno la fruizione dei reperti rinvenuti negli scavi grazie agli allestimenti museali previsti. La stazione Colosseo sarà inoltre lo snodo fra linea C e la linea B della metropolitana di Roma già in esercizio, ampliando l’effetto rete della mobilità della capitale.

22 STAZIONI IN ESERCIZIO

La Linea C attualmente in esercizio collega la periferia sud orientale alla stazione San Giovanni, nodo di scambio con la Linea A e primo esempio a Roma di stazione museale. Il tracciato si si sviluppa attraverso 22 stazioni.

La Tratta Venezia – Clodio/Mazzini si sviluppa attraverso le stazioni Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano, secondo nodo di scambio della linea C con la linea A, e Clodio/Mazzini. 

Come possibile opportunità di prolungamento della linea C è in fase di progettazione preliminare da parte del Cliente la Tratta Farnesina – Clodio/Mazzini. Il progetto allo studio pasi prevede la realizzazione di due stazioni: Auditorium e Farnesina. La prima sorgerà nei pressi dell’Auditorium Parco della Musica e del Palazzetto dello Sport; la seconda invece consentirà un collegamento più rapido verso luoghi di rilievo per la città quali il Foro Italico, lo Stadio Olimpico, nonché il Ministero degli Esteri e gli Istituti della Pubblica Amministrazione.

Monte Compatri/Pantano

Tratta

La Stazione Monte Compatri/Pantano, capolinea est della linea, rappresenta un importante nodo di scambio gomma-ferro, grazie a due ampi parcheggi, dei quali uno multipiano ed uno a raso, che consentono la sosta dei mezzi privati.

Graniti

Tratta in esercizio

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Graniti è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Finocchio

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Finocchio è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Bolognetta

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La stazione Bolognetta è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Borghesiana

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Borghesiana è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Due Leoni/Fontana Candida

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Due Leoni/Fontana Candida è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Grotte Celoni

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Grotte Celoni è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Torre Gaia

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Torre Gaia è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Torre Angela

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione Torre Angela è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Torrenova

22 Stations in operation

Le 10 stazioni pre-esistenti della ferrovia Termini-Pantano sono state ammodernate secondo lo standard tecnologico e architettonico della nuova Linea, adeguandone le caratteristiche funzionali ed impiantistiche. La Stazione di Torrenova è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Giardinetti

22 Stations in operation

La Stazione Giardinetti, unica stazione di superficie completamente nuova, è il punto della Linea in sotterranea alla linea in superficie. E’ caratterizzata da una forma trapezoidale con ampie vetrate ed è dotata di un parcheggio con oltre 200 posti auto. L’atrio della stazione, a quota strada, è accessibile da via Casilina. La Stazione Giardinetti è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Torre Maura

22 Stations in operation

La Stazione Torre Maura è ubicata nel punto di confluenza tra via Giglioli e via Tobagi. E’ accessibile attraverso tre ingressi, due lungo la via Casilina ed uno su via Giglioli. La Stazione Torre Maura è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Torre Spaccata

22 Stations in operation

La Stazione Torre Spaccata è ubicata tra via Tor Tre teste e via di Torre Spaccata, accessibile da entrambi i lati di via Casilina. La Stazione Torre Spaccata è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Alessandrino

22 Stations in operation

La Stazione Alessandrino è realizzata sotto via Casilina, tra piazza Sor Capanna e viale Alessandrino ed è accessibile sia dalla piazza, sia dalla via Casilina. La stazione Alessandrino è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Parco di Centocelle

22 Stations in operation

La Stazione Parco di Centocelle, tra la via Casilina e la via Palmiro Togliatti, una delle grandi arterie stradali della Capitale, si trova di fronte al grande Parco Urbano Archeologico di Centocelle. La stazione Parco di Centocelle è aperta al pubblico dal 09 novembre 2014.

Mirti

22 Stations in operation

La stazione Mirti è realizzata sotto l’omonima piazza, simbolo di uno dei quartieri popolati e vivi della Capitale. La stazione è accessibile tramite 4 ingressi e 2 ascensori. La piazza è stata completamente riqualificata. La stazione Mirti è aperta al pubblico dal 29 giugno 2015.

Gardenie

22 Stations in operation

La Stazione Gardenie, è ubicata sotto l’omonima piazza, ha tre ingressi, uno al di là di viale della Primavera, collegato tramite un sottopasso, e due sul lato nord della piazza che è stata completamente riqualificata. La stazione Gardenie è aperta al pubblico dal 29 giugno 2015.

Teano

22 Stations in operation

La Stazione Teano, accessibile sia da via Teano, che da viale Partenope, è caratterizzata da ampi spazi da destinare ad attività commerciali e un ampio atrio utilizzabile per eventi, mostre ed iniziative varie. La stazione Teano è aperta al pubblico dal 29 giugno 2015.

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Malatesta

22 Stations in operation

La stazione Malatesta è realizzata sotto l’omonima piazza, dove sono collocati capolinea e fermate autobus. La nuova piazza pedonale è caratterizzata al centro da uno spazio ipogeo a cielo aperto, accessibile tramite una gradonata che collega l’esterno con l’atrio intermedio della stazione: un grande spazio destinato ad attività commerciali, culturali ed eventi, che restituisce al quartiere un luogo di ritrovo e di socializzazione. La stazione Malatesta è aperta al pubblico dal 29 giugno 2015.

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Pigneto

22 Stations in operation

La stazione Pigneto, realizzata in prossimità dell’incrocio tra via del Pigneto e la Circonvallazioni Casilina, costituirà un importante nodo di scambio con la linea ferroviaria FL1 di prossima realizzazione. L’area sovrastante la stazione è stata completamente riqualificata, con la realizzazione di un parco attrezzato e di un campo sportivo. La stazione Pigneto è aperta al pubblico dal 29 giugno 2015.

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Lodi

22 Stations in operation

La Stazione Lodi, capolinea temporaneo della linea, si sviluppa sotto via La Spezia (tratto tra via Orvieto e via Foligno), un’asse di scorrimento importantissimo per la città. Per adeguare la presenza della metropolitana al contesto storico e urbanistico in cui si colloca, gli unici elementi visibili in superficie sono le strutture in acciaio e vetro degli ascensori e gli accessi alla stazione. La stazione Lodi è aperta al pubblico dal 29 giugno 2015.

San Giovanni

22 Stations in operation

La Stazione San Giovanni riveste un ruolo fondamentale nell’ambito della costruzione della Linea C, soprattutto perché rappresenta il primo nodo di interscambio con la Linea A esistente. Il progetto ha subito alcune evoluzioni a seguito dei risultati delle indagini archeologiche. Il rinvenimento di strutture antiche da preservare, fino ad una profondità di circa 18-20 metri dal piano campagna, ha fatto si che la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma prescrivesse l’impossibilità di effettuare consolidamenti del terreno dal piano campagna a favore di scavi a cielo aperto con modalità archeologica nei terreni di riporto, fino a circa 19 metri di profondità, escludendo la realizzazione di scavi meccanizzati per l’esecuzione delle gallerie di linea nella tratta compresa tra la stazione San Giovanni e la stazione Amba Aradam/Ipponio.

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Porta Metronia

Route under construction

La stazione si trova a metà tra la stazione di Fori Imperiali (scambio Linea C/Linea B) e quella di San Giovanni (scambio Linea C/Linea A), e precisamente circa 500 metri a sud di Piazza San Giovanni in Laterano ed a 300 metri dagli ingressi dell’omonimo ospedale

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Fori Imperiali/Colosseo

Route under construction

La stazione Fori Imperiali si sviluppa al di sotto dell’omonima via, nell’area compresa tra il Colosseo (Anfiteatro Flavio) e la zona antistante la Basilica di Massenzio.

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Venezia

Route under construction

La Stazione Venezia è ubicata sotto l’omonima piazza in una posizione strategica in quanto si pone nel nodo che collega il centro barocco di Roma e l’area archeologica di Via dei Fori Imperiali. Una delle due uscite è prevista di fronte a Palazzo Venezia, in prossimità di via del Plebiscito. La seconda uscita è prevista a piazza Madonna di Loreto.

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Chiesa Nuova

Design in progress

La Stazione Chiesa Nuova è ubicata sotto l’omonima piazza in prossimità della Chiesa di Santa Maria in Vallicella e dell’adiacente Oratorio dei Filippini, complesso di eccezionale importanza storica e artistica.

San Pietro

Design in progress

La Stazione San Pietro, è ubicata nella zona occidentale rispetto a Castel Sant’Angelo, nei pressi di Largo Giovanni XXIII/Piazza Pia e Lungotevere Vaticano

Ottaviano

Design in progress

La stazione Ottaviano è caratterizzata dalla corrispondenza con la Linea A, è interamente in sotterraneo ed è ubicata lungo l’asse di via Barletta con il manufatto di collegamento alla stazione Linea A posto sul lato di viale Giulio Cesare.

Clodio/Mazzini

Design in progress

La stazione Clodio-Mazzini è ubicata sotto piazza Bainsizza, lungo la parte terminale di via Monte Santo., per ottimizzare il flusso degli utenti del quartiere prati.

Auditorium

Future developments

La stazione Auditorium, è situata negli spazi aperti circostanti il Palazzetto dello Sport tra V. P. De Coubertin e V.le Tiziano, attualmente sistemati a verde ed utilizzati, parzialmente, a parcheggio.

Farnesina

Future developments

La stazione della Farnesina, ubicata al di sotto della superficie del deposito “Farnesina” delle auto rimosse, è caratterizzata nell’intorno da attività di rilievo quali il Ministero degli Esteri, il complesso monumentale del Foro Italico, lo stadio, istituti della Pubblica Amministrazione, residenze universitarie ecc. Sono previsti due accessi ubicati rispettivamente di fronte al Ministero degli Esteri e su via Antonio da S. Giuliano, lato Ponte Milvio. Si prevede per la stazione terminale della tratta un ampliamento delle aree di sosta già esistenti con due ampi parcheggi di scambio.

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